Le nuove cause di esclusione delle opere audiovisive e la nuova destinazione cinematografica
Decreto Cinema 2025: Regole più rigide per i benefici. Ecco cosa cambia
Il Decreto Ministeriale del 2025 introduce significative modifiche al regime di esclusione dai benefici previsti dalla Legge 14 novembre 2016, n. 220, ridefinendo i parametri per la destinazione cinematografica delle opere audiovisive e inasprendo i requisiti di accesso agli incentivi.
Rispetto al DM 12 luglio 2023 n. 251 (che apportava Modifiche al decreto ministeriale 14 luglio 2017) le principali novità riguardano l’aumento delle proiezioni minime richieste per il riconoscimento della destinazione cinematografica, la nuova definizione dei cortometraggi, le regole per le coproduzioni minoritarie, la possibilità di prevedere requisiti specifici di diffusione al pubblico nei decreti attuativi per particolari incentivi.
Il nuovo decreto stabilisce che un’opera cinematografica, per accedere ai benefici della Legge Cinema, deve essere programmata per almeno 240 proiezioni in dieci sale cinematografiche nell’arco di tre mesi, rispetto alle 60 richieste dal DM 2023.
Per le opere di animazione, il limite è fissato a 60 proiezioni in almeno cinque sale, mentre per documentari e cortometraggi il requisito è ridotto a 30 proiezioni rispettivamente in cinque e quattro sale.
Contestualmente, la definizione di cortometraggio viene modificata: la durata massima passa da 52 minuti a 20 minuti.
Un altro elemento chiave riguarda le esclusioni: il DM 2025 conferma che le opere audiovisive prive di nazionalità italiana non possono accedere ai benefici della Legge Cinema, salvo eccezioni limitate ai contributi per la scrittura e sviluppo di sceneggiature (art. 26) e agli incentivi di cui all’art. 19 della legge 220/2016 (credito d’imposta per l’attrazione in Italia di investimenti cinematografici e audiovisivi).
Inoltre, sono esplicitamente escluse dai benefici le opere a contenuto pornografico, incitanti all’odio, pubblicitarie, commerciali, promozionali e didattiche, nonché i programmi televisivi di informazione, attualità, sport, quiz, reality show, talent show e factual entertainment.
Viene ribadito il principio della prioritaria fruizione in sala cinematografica, vietando la diffusione sulle piattaforme di streaming e home entertainment per 105 giorni dalla prima proiezione pubblica.
Un aspetto rilevante è il trattamento delle coproduzioni minoritarie: il decreto prevede che, ai fini del rispetto dei requisiti di proiezione in sala, possano essere conteggiate anche le proiezioni realizzate nel Paese del coproduttore maggioritario. Questo elemento introduce una maggiore flessibilità per le produzioni internazionali con una partecipazione italiana minoritaria, che potranno sommare le proiezioni all’estero per soddisfare le soglie minime richieste.
Fermo restando quanto previsto per la destinazione cinematografica, nei decreti attuativi di cui alle Sezioni da I a V della legge 220/2016, possono essere stabiliti specifici requisiti di diffusione per particolari tipologie di opere audiovisive, avuto riguardo, fra le altre caratteristiche, al costo di produzione.
Questo implica, ad esempio, che per le opere che beneficeranno del nuovo Tax Credit, attraverso le modulazioni del nuovo decreto, potrebbe incrementare le proiezione per la diffusione di determinate opere, incidendo sulla loro ammissione ai benefici.
La competenza per l’esclusione di un’opera audiovisiva dai benefici della legge e la mancata attribuzione della qualifica di opera cinematografica è attribuita alla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, che può intervenire con un decreto specifico per determinare l’esclusione di singole opere.
Con l’entrata in vigore del DM 2025, viene abrogato il DM 14 luglio 2017 e le sue successive modifiche, comprese quelle introdotte dai decreti del 2018, 2020, 2021, 2022 e 2023.
Le disposizioni si applicano alle opere per le quali sia richiesta la nazionalità italiana in via provvisoria – o in via definitiva in assenza di provvisoria – successivamente alla data di pubblicazione del decreto (26/02/2025).
Il nuovo quadro normativo rafforza il legame tra destinazione cinematografica e accesso ai fondi pubblici, imponendo agli operatori una strategia distributiva più strutturata per evitare la perdita dei benefici.